Bruino, 6 settembre 2006.
Una data importante: quella dell’inizio del mio percorso delle elementari. Me lo ricordo quel giorno; i genitori erano entrati nella nostra aula e si erano posizionati attorno ai banchi contro il muro, mentre noi ci eravamo seduti, spaventati e con tanta adrenalina in corpo. Dopo un po’ se ne erano andati e tu con la maestra Patrizia ( spero che fosse lei ma la mia memoria da qui in poi è leggermente offuscata ) avete iniziato a farci delle domande; erano semplici, ad esempio come ci chiamavamo, solo per cominciare a farci capire come funzionavano le elementari, per farci comprendere che non era più l’asilo, che esistevano delle regole e andavano rispettate.
In quella scuola avremmo imparato a leggere e a scrivere, a studiare e a comportarci in modo civile: credo sia questa la cosa più difficile che siete riuscite a fare.
A te, cara maestra Carla, devo tutta la grammatica italiana, che può sembrare poco ma mi è servita per campare fino ad un anno e mezzo fa. Tu mi hai insegnato l’amore verso la scrittura con i tuoi temi ed è grazie a te, che mi hai mostrato le basi su cui costruirmi ,se oggi posso regalarti il libro in cui è stata pubblicata una mia poesia.
Mi hanno detto che questo è stato l’ultimo anno che hai insegnato ed io non posso che sentire una piccola fitta al cuore: sapere che nessun altro riceverà i tuoi insegnamenti mi fa sentire un po’ importante, lo ammetto, e un po’ triste. Mi sento come alla fine della lettura di una saga: hai letto diversi libri in cui i protagonisti sono sempre gli stessi e quando arrivi all’ultima riga dell’ultimo libro, senti un senso di nostalgia perché sai che in quel preciso istante si socchiude la porta di un mondo, di cui ha esplorato ogni dettaglio. Di sicuro non li ricorderai tutti, ma certamente ricorderai i colpi di scena e la trama, che non potrà più sorprenderti. Una cosa ti rimarrà: il ricordo delle emozioni della prima volta. Non potrò mai dimenticare il terrore che mi prese quel giorno in cui ci diceste che non avreste più usato i voti “ Ottimo”, “ Buono”o “ Distinto”, ma i numeri: ricordo di aver pensato che non si sarebbe più potuto scherzare, che si cominciava a fare veramente sul serio.
Non potrò neanche scordare la lotta che c’era per i libri da leggere: per accaparrarseli e per chi ne leggeva di più. Alla fine c’era un premio…l’orsetto che mi hai dato ce l’ha ancora mio fratello.
13 giugno 2012.
Ultimo giorno di scuola della quinta elementare. Avevo temuto quel giorno; sapevo che sarebbe stato l’ultimo che avrei trascorso da alunna dell’Alba Serena e le medie mi terrorizzavano. Forse ciò che davvero mi atterriva era che io lì stavo bene e non credevo in un posto come quello o addirittura migliore: mi sono dovuto ricredere, lo ammetto.
Ho pianto tanto quel giorno. Ho iniziato all’uscita di scuola e ho continuato per un bel po’ a casa. Era finita. Niente sarebbe stato facile da allora in poi; solo ora mentre scrivo realizzo che questa sfida è la più bella che potesse capitarmi.
Grazie maestra Carla, per avermi insegnato a scrivere, sia la grafia sia l’arte di mettere le parole una dietro l’altra per dipingere un quadro.
Grazie maestra Carla, per non aver mollato mai, insegnandomi a lottare.
Grazie maestra Carla, per quella pergamena che ci avete dato quel 13 giugno e che è ancora appesa in camera mia.
Grazie maestra Carla, per aver deciso di essere una maestra.
Grazie maestra Carla, per tutte le verifiche sui verbi, che mi permettono di ritenermi un po’ più intelligente delle persone che dicono:” Se io sarei…”.
Grazie maestra Carla, per essere stata una seconda mamma.
Grazie di tutto e per tutto, maestra Carla, ti auguro un sereno avvenire, che possa rispecchiare quello che desideri.
Bruino, 3 giugno 2017
Katia Bertone