-” Muoviti! Sono già arrivati quasi tutti!“
-” Solo perché sarai la sorella maggiore non significa che puoi darmi ordini!”
-” Si si, va bene, e riparleremo più avanti..allora…eccolo! Lo vedi quello lì con il mal di schiena, vestito di blu, tutto agitato? Sarà il nostro papà!“
-” Lo so, è già da un po’ che lo guardo in realtà: ho visto che ama fare gli scherzi alla gente!“. Dopo che Davide proferì queste parole, la sua futura sorella Katia si girò a guardarlo e notò un’espressione un po’ maligna sul volto del futuro fratellino; in quel momento una leggera paura la invase, pensando alla possibilità di avere un padre e un fratello alleati nel farle gli scherzi. Quel giorno avevano l’aspetto di due bambini, lei di dieci anni, lui di sei, e stavano girovagando invisibili fra i vari preparativi di un matrimonio, che per loro sarebbe stato molto importante: era il 25 aprile 1998. Katia aveva resistito a fatica dal guardare Mariangela preparasi per il gran giorno( anche se aveva dato una sbirciatina piccola, piccola all’acconciatura,benché non l’avrebbe mai ammesso), perché voleva riservarsi la sorpresa. Davide invece aveva bighellonato in giro emozionato, attento a non scontrarsi con gli altri.
-“ Eccola che arriva! Guarda come è bella…anch’io voglio avere un vestito così bello al mio matrimonio…” disse Katia sognante, all’arrivo della sposa.
-” Senti, non sei ancora nata e già pensi a sposarti: riordina un attimo le priorità!” le fece notare Davide.
Katia sorrise, ammettendo che non aveva poi tutti i torti. Entrambi si annoiarono un po’ durante la celebrazione, ma rimasero sorpresi da Mariangela, che cantò diffondendo la propria calda e potente voce per tutta la chiesa, quella del suo gruppo parrocchiale. Più tardi invece si divertirono moltissimo ad assistere a quei due che facevano le foto del servizio fotografico: ad un certo punto Alberto cominciò anche a pulire una scarpa bianca della neo sposa. Sicuramente non si sarebbero annoiati.
20 ANNI DOPO:2018
Sono passati parecchi anni da quel 25 aprile e Katia e Davide sono ormai cresciuti e non ricordano nulla della loro passeggiata tra gli invitati. Ricordano però il fatto che il loro papà non sia estremamente romantico, ma che per i 240 mesi insieme erano arrivate 240 rose rosse. Loro vedono tutti i giorni la felicità della loro famiglia. Katia riesce solo a pensare a quanto sia bella la loro storia d’amore: le difficoltà passate insieme, le avventure trascorse negli anni precedenti e che sicuramente li aspettano nel futuro. Ma la cosa che la colpisce di più in assoluto sono i loro giochi di sguardi: il modo in cui lui fa arrabbiare lei, per il solo gusto di stuzzicarla, il fatto che il divertimento di lui lo si legga già nei suoi occhi, ancora prima che faccia qualsiasi cosa e il fatto poi che sia quel semplice sguardo, che la fa già scoppiare a ridere con quegli occhi sognanti di qualcuno, che non si è ancora stancato di scoprire l’altro, nonostante siano passati 30 anni da quando si sono fidanzati, ecco tutto questo fa sì che Katia ammiri davvero l’amore che c’è tra i suoi genitori, uno di quelli veri uscito direttamente dalle favole.
Davide invece si era reso conto con il passare del tempo di essere più simile a suo padre: per il genere di musica che ascolta, per gli scherzi che vorrebbe fare o per il semplice modo di porsi con la gente; lui infatti, ha una mente matematica che gli fa detestare l’italiano, anche se grazie a sua madre sta migliorando.
Quei due fratelli però, anche se così diversi sotto certi aspetti, si vogliono un bene dell’anima e questo l’hanno imparato in famiglia.
Perché infatti, mamma e papà, noi vi dobbiamo tutto. Ci avete insegnato a volare con le ali spinte dalla forza della vita, a guardare il futuro con speranza e a osservare il mondo ammirandone la bellezza; ci avete educati, insegnandoci le buone maniere e guardando le persone che ci stanno intorno non possiamo che ringraziarvi di questo. Avete avuto il coraggio di diventare genitori e ci avete donato qualcosa per cui non potremo mai ringraziarvi abbastanza: una vita passata da amati; perché noi ci sentiamo così ogni singolo secondo che passiamo con voi, a ridere, piangere, mangiare, parlare o a guardare un film: noi siamo speciali nella nostra straordinaria normalità. Ci avete insegnato a camminare, passo dopo passo, con tanta pazienza quanta possiamo solo immaginare; il nostro più caro augurio è che continuiate ad averne abbastanza di questa pazienza, che speriamo non abbiate perso del tutto in Sangone, per darci la vostra mano ancora un po’.
Katia e Davide
Dedicato a miei genitori per i loro vent’anni di matrimonio.