Il bosco

Silenzio. Più che un suono è una sensazione.

Silenzio. È attorno o dentro me? Non riesco a definirlo: mi sfugge tra i sensi come sabbia tra le dita.

Da dietro una curva arriva una debole brezza, che porta con sé l’odore umido del muschio, che si sta scaldando al sole timido del pomeriggio dopo una mattinata di nebbia. Il viso esposto all’aria fresca è pizzicato da piccole dita ghiacciate, preannunciatrici di un inverno che sarà poco clemente. Da poco più in basso, fa capolino il riverbero di un ruscello tranquillo, a cui si uniscono in un ritmo perfetto piccoli richiami tra pettirossi.

-Ci sei?

-Non sono mai andato via, dove dovrei essere?

-Lo sai che sei la mia guida e il mio istruttore, non dovresti nasconderti così.

-Non riesci mai a fare un passo da sola lungo la strada.

-Se la strada non c’è, non è mica facile! Su, non perdiamoci nei convenevoli: dove mi porti oggi?

-Nella mia palette preferita.

-Quali colori mi aspettano?

-Nuvole grigie di rugiada pennellate su steli d’erba.

La nebbia si dirada di fronte ai miei occhi e scorgo tra le felci un sentiero; inclino la punta del piede per sondare il terreno, ma subito dopo aver compiuto il primo passo mi fermo. Mi guardo attorno e le piccole gocce di acqua disposte a mo’ di costellazione sulle foglie brillano e riflettono i raggi di una luce che solo in montagna sa come cadere senza farsi male: mi raccontano storie di emozioni profonde, di quelle celate alla civiltà, poiché troppo selvagge e leggiadre per poter essere colte da chi non è disposto a fermarsi per lasciare che esse si raccontino. Ascolto il loro non dire e mi beo di questo attimo effimero che sembra a suo modo sfidare l’eterno, con la sola speranza di poter resistere un po’ di più prima di scomparire. E così mi aggiro tra gli alberi finché la nebbia non è del tutto scomparsa e fasci di luce più coraggiosa filtrano, andandosi a scontrare contro foglie che diventano diapositive nel tentativo di intrappolare questi bagliori sfuggenti.

-Da quanto sono qui?

-Da quando sei arrivata.

-E quando sono arrivata?

-Nel momento giusto.

-Stai di nuovo per andartene, mio caro Bosco?

-Te l’ho già detto, non vado mai via.

Silenzio. Più che un suono una sensazione.

Bosco. Più che un luogo un racconto.  

Gennaio 2022

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