Chissà se le biciclette soffrono di sindrome dell’abbandono?

– Benvenuti a tutti al nuovo incontro delle biciclette anonime! Io sono la coordinatrice di questo gruppo, quindi per qualsiasi problema fate pure riferimento a me. Come avrete già notato si è aggiunto un nuovo membro, a cui vorrei porgere subito la parola.

– Grazie per l’accoglienza

– Normalmente i nuovi arrivati raccontano come mai sono venuti qui, te la senti di farlo?

– …

– Se non te la senti non è obbligator-

– No no, me la sento…devo solo riordinare le idee, ci sono troppe cose da dire…

– Quando sei pronta, comincia pure: noi ti aspettiamo.

-…

Dunque.

il mio proprietario, il signor X, è andato in pensione nel 2010, anno in cui i suoi figli mi hanno acquistato come regalo per il pensionamento stesso. Dovete sapere che ha sempre avuto una passione immensa per noi bici, fin da quando era ragazzo – io lo so bene, me lo raccontava sempre. Già dopo il primo giro fatto insieme, avevo capito che tra di noi c’era un legame speciale, difficile da spezzare, che con il tempo sarebbe diventato sempre più forte. Le nostre abitudini? Da marzo a ottobre avevamo un appuntamento quotidiano, che prevedeva un’ora a pedalare in giro per la campagna; e anche d’inverno non smetteva mai di venirmi a trovare. Si metteva in un angolo a saldare o lavorare il legno e intanto parlava. Sa, io so tutto della sua vita: conosco i dettagli del suo primo amore, del suo primo lavoro, di quando si è rotto una gamba in montagna facendo un giro in mountain bike e di tutti gli aneddoti che riguardano la sua defunta moglie. Dovete sapere che era lei a tenere unita la famiglia e da quando se n’è andata il signor X è rimasto molto solo…per fortuna c’ero io però. Eravamo meglio di quelle altre coppie di anziani, il cui partner è un animale: tra di noi c’era qualcosa di speciale. Penso capiate bene quella sensazione, no? Quel legame bici – uomo… noi bici siamo le loro compagne per andare al lavoro, girare in città, combattere l’inquinamento e fare gite in montagna o per i prati. A volte hanno bisogno di assaporare la vita che si tesse su fili d’aria che si intrecciano tra i capelli come ritocchi di un gioielliere sul suo diamante più bello; così saltano in sella e pedalano in cerca di ornamenti che facciano brillare la loro anima.

Due mesi fa se n’è andato e io non riesco a togliergli il cappio che stringe il mio stomaco, come se al suo posto ci fosse il mio collo. Questa dannata corda stringe come la catena che mi teneva ferma in garage il giorno in cui li ho visti mentre me lo portavano via: il fiato mi manca allo stesso modo.

– Grazie per il tuo contributo.

Gennaio 2022

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